Agenpress. On. Rotoni l’Irpinia negli ultimi anni non ha mai dato la vittoria al centrodestra. Lei si è stato eletto nel collegio uninominale di Avellino e ha vinto con una percentuale pari al 33%. Se dovesse analizzare il successo della sua vittoria in che modo ha convinto gli elettori a votarla e perché il centrosinistra ha perso in un collegio ritenuto una perenne roccaforte.
R: Il voto meridionale è condizionato dalla presenza di un forte movimento Cinquestelle, che da solo ha ottenuto molti collegi. Ad Avellino il voto pentastellato ha déterminato la rottura del blocco tradizionalmente monolitico del centrosinistra. Certamente poi mi ha giovato la rete delle relazioni personali, e l’assenza ultradecennale dalla politica locale.
On. Rotondi durante la sua campagna elettorale si è preposto come l’unico interlocutore in grado di fare pesare l’Irpinia ai tavoli del futuro Governo. Ora che è stato eletto alla Camera quali saranno i suoi primi interventi e dove intende adoperarsi affinché le aspettative degli Irpini non vengano deluse?
R: Far pesare un territorio non richiede per forza di entrare in un governo, anzi talvolta alcune ragioni si difendono meglio dalla trincea parlamentare. Penso che all’Irpinia manchi anzitutto un progetto, una missione. Vorrei partire da una riflessione collettiva su questo, il resto viene di conseguenza.
Si parla di Lei come papabile al Ministero del Sud, dato che è stato eletto sia nella Regione Campania, sia nella circoscrizione Sicilia 2 nel collegio di Siracusa pensa che questo potrebbe convincere Giorgia Meloni a riconoscerle e premiare il suo impegno politico affidandole il Ministero per il Sud e la Coesione territoriale?
R: Il totoministri è un esercizio giornalistico ed io non ho chiesto alla Presidente Meloni nessun posto di governo. Le sono amico e gli amici in questi momenti debbono sparire.
La Cassa del Mezzogiorno è stata soppressa, dopo varie proroghe, con d.p.r. 6 agosto 1984 e sostituita due anni dopo, negli obiettivi e nelle funzioni, dall’Agenzia per la promozione e lo sviluppo del Mezzogiorno, anch’essa soppressa nel 1992.
Nacque nel 1950 con lo scopo di realizzare opere straordinarie di pubblico interesse nell’Italia meridionale. Tale motivazione aveva soprattutto l’obiettivo di contrastare il grande fenomeno storico e culturale dell’emigrazione verso il Nord. Ora non pensa che la Cassa del Mezzogiorno potrebbe essere ripristinata e adoperarsi affinché le iniziative industriali, tese allo sviluppo economico del meridione d’Italia, possano ridurre il divario sempre più crescente tra Nord e Sud?
R: Cassa o non cassa, i soli soldi potenzialmente disponibili per il Sud verranno dal Pnnr. E da lì che si deve partire.
Sempre rimanendo in ambito di opere pubbliche, Renato Schifani, neo governatore della Sicilia, ha detto che il Ponte sullo Stretto si farà. Lei cosa ne pensa? Non crede possa essere la prima augurale opera per un Sud che ha visto promesse e sperperi di denaro pubblico. Le ricordo che il Ponte sullo Stretto è costato ad oggi più di 1 miliardo di euro, senza che vi sia mai stata posata una sola pietra.
R: L’autostrada del Sole fu realizzata in otto anni, del Ponte parliamo da venti. Questa è la differenza tra prima e seconda repubblica.
Lei ha scelto di votare a Nusco per onorare la memoria di Ciriaco De Mita. In che modo sia possibile raccogliere e non disperdere l’eredità di uno dei più grandi statisti italiani
R: L’eredità di un leader è plurale, a disposizione di chiunque sappia e voglia attingere a un pensiero. Non possono esserci eredi nè continuatori, e vale per tutti i leader.
L’articolo Intervista esclusiva a Gianfranco Rotondi: “Il totoministri è un esercizio giornalistico. Non ho chiesto alla Meloni nessun posto di governo” proviene da Agenpress.
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