Filippine. “Riti di iniziazione mortali” e abusi sugli studenti nelle università

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AgenPress. La recente morte di John Matthew Salilig, studente cattolico della Adamson University di Manila, ha sollevato e messo sotto i riflettori la quesitone del nonnismo e di tutte quelle pratiche come i “riti di iniziazione” ad associazioni, club o confraternite, presenti nelle scuole e negli istituti universitari delle Filippine.

Studente di ingegneria chimica 24enne, John Matthew Salilig è morto dopo un “rito di iniziazione”, segnato da pratiche di violenza fisica e psicologica, della confraternita “Tau Gamma Phi“, presente in vari istituti e college.

Dato per disperso dal 18 febbraio, Salilig è stato trovato morto il 28 febbraio. La polizia ha arrestato e incriminato 6 dei 14 membri della confraternita, accusati della morte di Salilig e di occultamento di cadavere.

Dopo l’episodio, che ha fatto scalpore nell’opinione pubblica, la “Catholic Educational Association of the Philippines” (CEAP) ha stigmatizzato la diffusione del nonnismo e di tali pratiche, notando che esse sono “semplicemente dannose e crudeli, contrarie alla dignità umana”, e che “non dovrebbero trovare alcun posto specialmente nelle comunità di apprendimento cattoliche”.

Esortando tutte le parti coinvolte a cooperare con le autorità nelle indagini sull’incidente e a garantire che sia fatta giustizia, suor Marissa Viri, presidente della CEAP ha notato: “Questi atti atroci non rappresentano affatto i valori evangelici dell’educazione cattolica e vanno estirpati”. “Essi – ha spiegato – non solo mettono in pericolo la vita dei nostri studenti, ma vanno anche contro la nostra missione di promuovere la solidarietà e l’educazione cattolica, in modo che sia un processo di crescita e di armonioso sviluppo psicologico, culturale e spirituale per i nostri studenti”.

La Associazione invita tutte sue scuole e istituti d’istruzione a promuovere una “cultura del rispetto, della compassione, dell’inclusività e della centralità di Cristo, perchè tutti gli studenti possano sentirsi al sicuro, accompagnati e sostenuti”. L’auspicio espresso è che “questa tragedia possa servire da promemoria per la necessità di una vigilanza continua contro ogni forma di violenza e abuso nei nostri istituti”, ha detto suor Viri.

Va notato che, tra il 1954 e il 2023, sono 66 gli studenti rimasti uccisi nelle Filippine a causa di abusi e violenze legate a pratiche di iniziazione in confraternite studentesche di varia natura.

Nel 1995, per cercare di arginare il fenomeno, il governo ha approvato una specifica legge, l’Anti-Hazing Act, che proibisce la violenza fisica durante i riti di iniziazione. La legge prevede anche l’ergastolo ma, da allora, una sola condanna è stata emessa, mentre si sono registrati circa 50 casi di studenti morti.

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