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Fini. “Il mio invito a Meloni a definirsi antifascista non è stato accolto alla lettera: non cita l’antifascismo”

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AgenPress – “E’ ovvio che se oggi possiamo festeggiare il 25 aprile come festa della libertà è solo perché gli italiani sono tornati liberi con la fine del regime fascista.  Meloni ha scritto anche che ‘i costituenti affidarono alla forza della democrazia il compito di includere anche chi aveva combattuto tra gli sconfitti”.

Lo dice, in un’intervista al Corriere della Sera, l’ex leader di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini.

“Nessuna volontà di mettere in difficoltà Giorgia Meloni. E che si ricredano i pochi che hanno pensato che avessi chissà quali obiettivi reconditi. Non aspiro a nulla. Intendevo solo contribuire, in forza del ruolo che ho avuto nel passato, a fare chiarezza sul rapporto attuale della destra, Fratelli d’Italia, con la Liberazione. Meloni ha dato una risposta inequivocabile, ne sono lieto”.

“Il mio invito a Meloni a definirsi antifascista non è stato accolto alla lettera: nel lessico, non cita l’antifascismo. Ma è stato accolto nella sostanza, nei valori richiamati e nei riferimenti alla destra del dopoguerra. Al riguardo non avevo, per la considerazione che ho del presidente del Consiglio, alcun dubbio”.

E ha fatto un inedito, per la destra, quanto esplicito riferimento all’amnistia firmata da Togliatti. È un concetto importante perché sottolinea l’auspicio che la celebrazione del 25 aprile non sia più strumentalmente utilizzata per stilare la lista ‘dei buoni e dei cattivi’, non già, come è giusto, in ragione del giudizio sul fascismo e sulla Resistenza, bensì in ragione della contrapposizione politica tra destra e sinistra”.

Oggi “che fortunatamente nessuno indica più il comunismo come modello e che a destra si è tagliato ogni legame, anche di carattere nostalgico, con il fascismo, non si può continuare a sostenere che l’antifascismo è autentico solo quando è di sinistra, e che la destra non lo è perché non pronuncia mai nemmeno la parola”.

 



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