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Carcere di Trento, detenuto colpisce con numerosi pugni al volto un Poliziotto penitenziario

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AgenPress. “Un Assistente Capo Coordinatore di Polizia Penitenziaria è stato aggredito venerdì da un detenuto nel carcere di Trento, L’aggressore, di origine magrebina, si è scagliato contro il poliziotto senza motivo colpendolo con numerosi pugni al volto”.

A riferirlo è Gioacchino Ernandes, Coordinatore regionale per il Trentino Alto Adige della FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Il detenuto è già conosciuto per altre aggressioni e manifestazioni di protesta avvenute nel recente passato, ma il Poliziotto è stato colpito con violenza all’improvviso, senza alcun motivo. Al Poliziotto sono state prestate le prime cure nell’ospedale cittadino dove è stato subito accompagnato dai colleghi”.

“Il carcere di Trento – prosegue Ernandes – soffre di una carenza di organico di quasi il 30% rispetto a quella prevista. Per quanto riguarda il numero di persone ristrette nel carcere trentino invece, anche se non c’è un problema di sovraffollamento come in quasi tutti i penitenziari del resto d’Italia, su 353 detenuti presenti, 214 sono stranieri e rappresentano oltre il 60% dell’intera popolazione detenuta, aumentando di molto il carico di lavoro dei Poliziotti penitenziari che ogni giorno si trovano ad affrontare, senza adeguati strumenti, i problemi dovuti alla lingua e alle diverse culture”.

Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Continua l’eclissi del Capo DAP Giovanni Russo e del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, che nei loro rispettivi discorsi di insediamento si erano lasciati andare a mirabolanti dichiarazioni di vicinanza ai problemi carcerari e in particolar modo nei confronti della Polizia Penitenziaria. Questa ennesima estate bollente invece, viene gestita dal poco personale di Polizia Penitenziaria in servizio nei penitenziari. Nulla è ancora trapelato sull’annunciata circolare che dovrebbe chiarire le modalità di intervento in carcere durante risse e sommosse, nulla è stato pianificato per cercare di colmare il più possibile le enormi carenze di organico della Polizia Penitenziaria ereditate dai passati Governi, e nulla è stato fatto per rimodulare le cosiddette “celle aperte” che non sono altro che il mascheramento del sovraffollamento delle carceri e la cosiddetta “vigilanza dinamica” che non è altro che l’altrettanto mascheramento delle carenze di Poliziotti Penitenziari in servizio. Cosa aspettino Nordio e Russo per intervenire, non ci è dato sapere, ma è chiaro che qualunque fatto grave potrà succedere nelle carceri, andrà imputato al loro immobilismo”.

 



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